La situazione italiana nel quadro internazionale
con Ezio Andreta
I nuovi sviluppi tecnologici
con Roberto Cingolani
7 novembre 2017
In live streaming dalle ore 15 alle 17
Preparatevi a un viaggio tra robot umanoidi, auto senza autista, nuovi materiali bio-ispirati, farmaci innovativi, macchine intelligenti. Gli sviluppi tecnologici dei prossimi anni saranno vertiginosi e travolgenti. Noi ci saremo?
Se si mette da parte la retorica del “genio italico”, non c’è da stare allegri. Il nostro Paese ha punte di eccellenza scientifica e una produttività per singolo ricercatore tra le più alte del mondo, ma poiché proporzionalmente alla popolazione i nostri ricercatori sono pochi, mentre si contribuisce alla ricerca UE in una percentuale fissa del Pil, succede che l’Italia incassa meno di quanto versa, con il paradosso che finanziamo la ricerca di Paesi con cui dovremmo competere.
Su scala mondiale, nella ricerca di base – premessa indispensabile di quella applicata e quindi dell’innovazione – la Corea è al primo posto, l’Italia al quindicesimo, dopo la Slovenia. In totale l’investimento in ricerca italiano è poco più dell’1% del Pil, mentre i Paesi più avanzati investono più del 3%, da calcolare su Pil assai più consistenti.
Tra le prime 10 aziende che investono di più in Ricerca e Sviluppo, nessuna è italiana. La prima azienda italiana a comparire nella classifica è Finmeccanica con 1,4 milioni di euro.
Nel 2003 con lo scopo di rendere l’Italia più competitiva è nato l’IIT, centro di ricerca pubblico ma con lo status di fondazione di diritto privato vigilata dal Governo. Il finanziamento iniziale è stato di 100 milioni di euro. Si occupa principalmente di robotica, computer science e nuovi materiali, ma con criteri e ricadute ampiamente interdisciplinari. Con modalità simili sull’area di Expo sta nascendo Human Technopole.
Siamo davvero a una svolta? In Germania per promuovere l’innovazione tecnologica da decenni funziona il Sistema Fraunhofer: potrebbe funzionare anche in Italia?
I relatori
Ezio Andreta si è laureato in Scienze Politiche e dal 1972 è alla Commissione Europea con responsabilità nel campo dell’energia, delle relazioni internazionali e della ricerca-innovazione. Rappresenta la Commissione Europea presso l’OCDE e le Nazioni Unite ed è Capo Delegazione in negoziati internazionali e con Paesi Terzi. Dal 2013 è coordinatore del Progetto Foresight (previsioni scientifiche e tecnologiche a lungo termine), lanciato dal CNR con il sostegno del MIUR. Dal 2014 è professore ordinario alla LINK Campus University di Roma, dove insegna “Economia della globalizzazione”. Dal giugno 2016 ha abbandonato, dopo dieci anni, la presidenza dell’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE) per diventare membro del Comitato scientifico e tecnico della stessa.
Roberto Cingolani è direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), nato nel 2005 e ora con dodici centri distaccati in città italiane e due a Boston, occupando più di mille ricercatori che lavorano in robotica avanzata, neuroscienze, farmacologia, nanochimica e nanofisica. E’ stato il pioniere italiano delle nanotecnologie e nel 2016 ha avuto dal Governo l’incarico di partecipare alla progettazione di “Human Technopole”, un centro di ricerca su 30 mila metri quadrati dell’area di Expo, che dovrebbe riunire 1500 studiosi di Scienze della Vita e attirare 1,5 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni.
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